Il dibattito sulla sperimentazione animale merita e richiede trasparenza. Pubblicare la lettera dei lavoratori Aptuit non significa entrare nel merito delle vicende giudiziarie, ma sostenere la necessità di un’informazione corretta, perché solo la trasparenza consente scelte consapevoli

Il dibattito pubblico sulla sperimentazione animale è stato spesso segnato da una comunicazione molto polarizzata, poco informata e a volte francamente scorretta. È a fronte di questa considerazione che pubblichiamo la lettera seguente, firmata da lavoratori e lavoratrici del Centro Ricerche Aptuit. Sappiamo che il centro è imputato in una vicenda giudiziaria con l’accusa, in breve, di maltrattamento degli animali usati: come abbiamo già avuto modo di evidenziare, però, non sono oggi disponibili né la sentenza definitiva né i relativi atti (unici elementi che ci consentirebbero di esprimerci in modo informato e basato sulle prove). Per questa ragione, non possiamo da alcun punto di vista esprimerci in merito, se non per ribadire la nostra condanna a ogni forma di maltrattamento animale, in coerenza con la normativa nazionale non meno che con l’etica e quelle che sono le buone pratiche scientifiche.

La nostra scelta di pubblicare la lettera è dovuta ai suoi contenuti, che riguardano da vicino anche gli obiettivi che cerchiamo di perseguire, in particolare per quanto concerne la richiesta di maggiore correttezza nella comunicazione da parte del mondo mediatico. Una comunicazione imprecisa, o peggio sensazionalistica, non contribuisce alla corretta informazione su un tema delicato come quello della sperimentazione animale e ostacola un dibattito consapevole. Al contrario di quanto invece può fare una comunicazione corretta e trasparente (la stessa Research4Life si è fatta promotrice del Concordato sulla Trasparenza del Ministero della Salute, consapevole anche delle mancanze da parte di alcune realtà scientifiche italiane).

La lettera di lavoratori e lavoratrici Aptuit

Gentile Direttore,

siamo 486 lavoratrici e lavoratori del Centro Ricerche Aptuit di Verona, parte del Gruppo Evotec SE. Da oltre cinquant’anni contribuiamo con passione allo sviluppo di terapie innovative, consapevoli del ruolo cruciale della ricerca nella cura delle malattie.

Oggi, la sperimentazione animale resta obbligatoria per l’approvazione di nuovi farmaci, secondo normative rigorose e standard etici elevati. Evotec opera nel pieno rispetto delle leggi nazionali e internazionali, con studi autorizzati dal Ministero della Salute e supervisionati da veterinari qualificati.
Etica e sicurezza sono per noi principi fondamentali. Senza la ricerca preclinica, non sarebbe possibile sviluppare cure per malattie gravi o terapie innovative, anche in ambito veterinario. Allo stesso tempo, investiamo da sempre nello sviluppo di metodi alternativi, con l’obiettivo di ridurre progressivamente l’uso di animali.

Per questo ci ferisce il clima mediatico ostile e le narrazioni distorte che descrivono il nostro lavoro con termini sensazionalistici e fuorvianti. Essere rappresentati come fautori di pratiche obsolete è ingiusto e mina la fiducia nella scienza.

Temiamo che questa visione ideologica possa compromettere il futuro della ricerca in Italia, scoraggiando giovani talenti e indebolendo la competitività del Paese in un settore strategico come quello biomedico.

Chiediamo alle Istituzioni e alla stampa un impegno per una comunicazione equilibrata e una presa di posizione chiara a tutela della ricerca scientifica rigorosa e responsabile. Invitiamo tutti a riflettere: possiamo davvero permettere che l’Italia rinunci alla ricerca, mettendo a rischio la possibilità di sviluppare terapie innovative nel nostro Paese? Possiamo accettare che i pazienti italiani siano esclusi da percorsi terapeutici all’avanguardia, solo perché la ricerca non è più messa in condizione di esistere?
Abbiamo scelto di restare in Italia perché crediamo nel valore sociale del nostro lavoro. Vogliamo essere riconosciuti per ciò che siamo: ricercatori al servizio della salute, impegnati a dare nuove speranze a chi ancora non ha una cura.

Con questa lettera, frutto di una volontà collettiva, chiediamo ascolto e un dialogo costruttivo, basato su dati reali. La scienza ha bisogno di confronto e trasparenza, non di slogan.

Lettera firmata da 486 lavoratrici e lavoratori del Centro Ricerche Aptuit di Verona, parte del Gruppo Evotec SE

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