In un’intervista su Il Sole 24 Ore, il portavoce di Research4Life Giuliano Grignaschi spiega come la sperimentazione animale si integri con i nuovi modelli di ricerca
Nonostante i progressi nella creazione di modelli alternativi come gli organ-on-chip, la sperimentazione animale continua a essere fondamentale in alcuni campi, soprattutto per comprendere a fondo le interazioni complesse tra organi e sistemi biologici. Lo sottolinea Giuliano Grignaschi, responsabile del Benessere animale dell’Università Statale di Milano e portavoce di Research4Life, in una recente intervista pubblicata su Il Sole 24 Ore, anche commentando la recente decisione dell’FDA statunitense di non fare più ricorso agli animali per i test preclinici sui farmaci.
Le tecnologie emergenti offrono strumenti di straordinaria importanza, ma che sono complementari, più che alternativi, alla sperimentazione animale. «La ricostruzione di un organo su chip può dare informazioni specifiche interessanti ed evitare il ricorso ad animali per quel dato specifico ma quando poi questo va “inserito in un contesto” subentra la complicazione che ancora non sappiamo come risolvere», osserva Grignaschi. Senza validazioni certe e un quadro completo delle reazioni sistemiche, solo la sperimentazione animale permette oggi di ottenere risposte affidabili in molti campi della ricerca di base e applicata, dalla neurologia alla farmacologia, fino ai dispositivi biomedici.