L’analisi di oltre 1.000 modelli murini del cancro ne ha messo in discussione la capacità di predire la risposta dei pazienti alla terapia. I ricercatori hanno studiato modelli murini chiamati “xenotrapianti derivati dal paziente” (PDX) che vengono utilizzati sia nella ricerca di base per lo studio del tumore, sia come “avatar” dei singoli pazienti, cioè come modelli personalizzati per ricreare nell’animale le stesse condizioni patologiche presenti nell’individuo malato.
Sperimentazione animale
Topi avatar di tumori umani: a che punto siamo?
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