Saverio Minucci spiega lo straordinario passaggio dalla sperimentazione animale ai test sull’uomo nei prossimi mesi con possibili grandi sviluppi nella lotta a tutti i tumori

 Un gruppo di ricercatori coordinati da Saverio Minucci, docente di Patologia generale all’Università Statale di Milano e direttore del Programma Nuovi Farmaci dell’Istituto Europeo di Oncologia, in collaborazione con il gruppo di Marco Foiani, docente di Biologia molecolare in Statale e direttore scientifico dell’IFOM – ha scoperto un inedito meccanismo molecolare in grado, se attivato, di far morire “di fame” le cellule tumorali.

Research4Life ha parlato con il professor Minucci dei risultati della ricerca, sostenuta da Fondazione AIRC.

Quindi l’associazione tra dieta e farmaci è utile alla cura di tutti i tumori?

Si tratta di una nuova strategia per combattere il cancro attaccando il suo metabolismo alterato. Abbiamo scoperto che una dieta che porti a un abbassamento della glicemia, associata alla somministrazione di metformina – un farmaco anti diabete –  innesca una reazione a catena che porta alla morte delle cellule tumorali. E’ efficace in gran parte dei tumori, dovunque essi si presentino.

Siete passati dalla sperimentazione in vitro a quella animale, a breve si arriverà a quella su pazienti?

Sì, dall’osservazione delle cellule umane in vitro, in laboratorio, siamo passati allo studio sui topi. Dopo questa fase promettente nei prossimi mesi arriveremo alla sperimentazione clinica, in cui dovrà essere confermata la tollerabilità sull’uomo e inoltre, in via preliminare, si potrà avere una prima indicazione dell’efficacia antitumorale della combinazione di una dieta ipoglicemica e metformina, in aggiunta a terapie già in uso come la chemioterapia. Prevediamo di iniziare gli studi su un piccolo numero di pazienti volontarie, colpite da una forma particolarmente aggressiva di tumore mammario.

E’ singolare notare come la dieta ritorni in molte sperimentazioni recenti, un’altra ricerca di questi giorni dimostra infatti la sua efficacia nell’attivare meccanismi antiinfiammatori…

E’ così. Volendo estremizzare si potrebbe dire che la cellula si comporta in maniera diversa a seconda di ciò che “mangia”. Quindi vale il doppio significato di dieta: mangiare meno, con ridotto apporto calorico, ma anche controllare la qualità di ciò che si mangia e la diversa tipologia (carboidrati, grassi, proteine…)

La sperimentazione punta ad inibire la plasticità delle cellule tumorali. In che senso?

Il metabolismo è una delle differenze chiave fra la cellula cancerosa e quella sana e quindi deve essere possibile uccidere le cellule malate sfruttando questa differenza. La cellula usa due processi per generare energia: la glicolisi e la fosforilazione ossidativa. Noi abbiamo pensato di attaccare il metabolismo mirando al fenomeno della “plasticità metabolica”, vale a dire la strategia con cui la cellula cancerosa si adatta, passando dalla glicolisi alla fosforilazione ossidativa e viceversa, in funzione dei nutrienti disponibili. Nel nostro studio, riducendo il tasso glicemico con la dieta per inibire la glicolisi e somministrando metformina per inibire la fosforilazione ossidativa, abbiamo inibito la plasticità metabolica e abbiamo attivato un meccanismo di “suicidio” delle cellule tumorali basato sull’attivazione di una proteina chiamata PP2A.

Una scoperta importante, dalla ricerca di base alla clinica in un tempo breve, foriera di possibili sviluppi molto positivi….

Effettivamente siamo nelle condizioni di avviare rapidamente studi clinici e questo passaggio così rapido dalla ricerca di base alla clinica, passaggio solitamente raro, è per noi motivo di grande soddisfazione e di aspettativa per gli sviluppi futuri. In meno di un paio di anni potremmo avere già delle indicazioni chiare dall’analisi dei risultati sui primi pazienti, e se positivi potremmo avviare studi clinici più allargati.