Può l’arte aiutare a raccontare la sperimentazione animale? Arte e scienza hanno una storia di lunga data, e gli studi naturalistici e anatomici per indagare il mondo naturale sono spesso stati i protagonisti di molte opere artistiche (basta pensare ai disegni di Leonardo Da Vinci). Eppure, può non essere immediato fare un collegamento tra la sperimentazione animale e l’arte visiva – collegamento che è invece alla base di Science on the Walls, il progetto con il quale Charlotte Rosher si è aggiudicata l’ART Award Sci Comm 2022, che l’associazione Animal Research Tomorrow attribuisce ai migliori progetti dedicati alla comunicazione e all’uso degli animali in ricerca.

Rosher, che attualmente è dottoranda al Moita Lab della Champalimaud Foundation di Lisbona, ha scelto una forma d’arte specifica per parlare di sperimentazione animale: quella murale che, dai muri cittadini, propone il suo messaggio a tutti coloro che passano. Abbiamo scambiato qualche parola con lei, per saperne di più del suo lavoro, del progetto premiato e di come sta andando avanti.

Di cosa si occupi nel tuo programma di dottorato?
Faccio parte del Champalimaud Neuroscience Program, con sede presso il Champalimaud Centre for the Unknown di Lisbona, in Portogallo. Sto svolgendo il mio dottorato nel Moita Lab, dove studiamo i principi alla base del comportamento difensivo, la sua fisiologia e i circuiti neuronali.
Studiando questi aspetti nei moscerini della frutta, Drosophila melanogaster, possiamo indagare la molteplicità delle risposte comportamentali e utilizzare molti strumenti genetici interessanti. Al momento sto studiando in particolare l’attività muscolare durante diversi stati di immobilità, comprese le risposte di freezing – un comportamento che gli animali mettono in atto quando si sentono minacciati.

Può descrivere brevemente il progetto Science on the Walls?
Science on the Walls è un’iniziativa che mira a sfruttare la natura coinvolgente della street art per affrontare temi scientifici essenziali e condividere le conoscenze. Apertura, trasparenza, accessibilità: è un obiettivo che dobbiamo perseguire nella scienza, ma richiede un lavoro attivo. Cosa c’è di più accattivante e accessibile di giganteschi murales colorati, proprio sulla strada, con cui tutti possono liberamente divertirsi e interagire?
Siamo un team di artisti, scienziati, project manager, leader della comunità e giovani che, insieme, realizzano Science on the Walls. Nessuna persona ha tutte le competenze necessarie per tradurre i contenuti scientifici in un murale, e questo ci spinge a lavorare tutti insieme.

Da dove nasce l’idea? E perché ha scelto proprio l’arte murale urbana?
Venendo da Bristol, dove la street art è una parte importante dell’identità e della cultura, ho riconosciuto l’incredibile modo in cui può trasmettere messaggi complessi e importanti. Ho realizzato alcuni piccoli progetti educativi ispirati alla street art in Germania e Croazia, che hanno ricevuto un ottimo riscontro da parte dei partecipanti: la gente ama confrontarsi con l’arte di strada. Ma è stato solo grazie alla collaborazione con l’amministratore delegato João Cruz e lo street artist professionista Roger Ramos (Vírus) che Science on the Walls è diventato possibile.
Cova da Moura è un quartiere alle porte di Lisbona in cui intere strade sono state dipinte da Vírus: la sua forma di arte urbana murale è già ampiamente conosciuta nel quartiere di Cova da Moura e a livello internazionale. È stato davvero emozionante fondere questo aspetto con argomenti scientifici che normalmente non vengono presentati in questo formato.

L’ART Sci Comm Award l’ha aiutata a proseguire? Come sta procedendo e, soprattutto, vorrebbe che continuasse a lungo termine o che si diffondesse in altre città?
Il premio ART Sci Comm ha reso possibile l’acquisto di tutti i materiali per la realizzazione di murales su larga scala. Inoltre, ha finanziato il trasporto di ragazzi del quartiere Cova da Moura alla Fondazione Champalimaud per visitare tutte le strutture. Dopo un discorso sull’etica della ricerca sugli animali, i partecipanti hanno toccato con mano tecniche all’avanguardia come l’optogenetica e la microscopia a fogli luminosi, imparando come possono essere utilizzate per capire meglio il cervello. Tornando nel quartiere per tradurre le loro conoscenze in arte, l’impatto di questa visita è stato evidente dall’entusiasmo e dai ricordi chiari di questa esperienza unica.

Abbiamo molti progetti per il futuro di Science on the Walls. In occasione del nostro ultimo evento, quattro persone ci hanno chiesto di poter dipingere i loro edifici – quindi ci sono sicuramente più muri da dipingere tutti insieme. Quest’estate c’è la Notte Europea dei Ricercatori, con molte mostre scientifiche interattive: abbiamo in programma di esporre alcune delle opere d’arte prodotte nell’ambito di Science on the Walls e di portare a questo evento un pullman di giovani con cui abbiamo lavorato e le loro famiglie.

La parte finale di Science on the Walls ha anche una forma di circolarità: prevede infatti che i giovani di Cova da Moura insegnino agli scienziati a dipingere con lo spray, in modo da dotarli dei talenti necessari per mostrare le loro ricerche in un nuovo formato.

Crediti immagine di copertina: Charlotte Rosher

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