Chiudiamo la nostra rassegna sugli ultimi dati riguardanti gli animali usati a fini scientifici in UE riportando gli elementi principali per quanto riguarda la creazione e il mantenimento di linee geneticamente modificate

Dopo aver parlato dei numeri totali degli animali usati a fini scientifici, delle specie più coinvolte e della loro provenienza, e dopo aver visto le percentuali per le diverse categorie d’impiego e aver guardato più da vicino le statistiche nazionali, chiudiamo ora la nostra rassegna sui dati 2020 della sperimentazione animale in UE.

L’ultimo approfondimento riguarda gli animali impiegati per la creazione e il mantenimento delle linee geneticamente modificate. Si tratta, quindi, di tutti gli animali il cui genoma è stato modificato (grazie a tecniche di biologia molecolare) a diversi scopi, per esempio la riproduzione a fini di studio di determinate malattie o per l’indagine del funzionamento dei singoli geni.

L’Unione europea conteggia questi animali a parte rispetto a quelli impiegati ad altri scopi (come i fini regolatori, la ricerca o la produzione di sostanza) e considera sia gli individui necessari per creare una nuova linea geneticamente modificata (GM) sia quelli impiegati per mantenerla poi nel tempo, attraverso l’incrocio con individui GM.

Linee geneticamente modificate: numeri e specie

Gli ultimi dati disponibili, riferiti al 2020, indicano che sono stati usati 686.628 animali per la creazione/mantenimento di linee geneticamente modificate. La creazione di nuove linee ha visto un aumento del 24% rispetto al 2019 degli animali (per un totale di 388.729 individui); gli animali impiegati a scopo di mantenimento delle linee GM sono stati invece 297.899, con una diminuzione del -14%. Ma, segnala il report, in questo campo si registrano spesso fluttuazioni attribuibili ai requisiti di reportistica.

Non cambiano invece le specie coinvolte, rappresentate innanzitutto dai topi (75%) e dallo zebrafish (23%). È da notare, però, in proporzione sul totale degli usi è lo zebrafish a risultare la specie maggiormente impiegata.

Categorie d’impiego

Sebbene gli animali impiegati per la creazione/mantenimento di linee GM sia conteggiata a parte, anche in quest’ambito sono poi distinte le diverse categorie d’impiego. Si nota così che la stragrande maggioranza degli animali usati a questo scopo è stato impiegato nell’ambito della ricerca di base: parliamo di circa l’80% di tutti gli usi per la creazione/mantenimento di linee geneticamente modificate).

Per quanto riguarda la creazione di linee geneticamente modificate, è soprattutto la ricerca di base ad aver richiesto la maggior parte (86%) degli usi di animali.

Tipo di alterazione genetica

Quando si parla di linee geneticamente modificate, è bene tenere in considerazione che alcuni dei fenotipi creati o ricreati negli animali sono considerati “sofferenti”, ossia sono caratterizzati dallo sviluppo o dall’aumento di suscettibilità allo sviluppo di una patologia, oppure richiedono un ambiente biologicamente sicuro (per esempio perché rese più suscettibili alle infezioni). Nel 2020, sul totale degli 1,8 milioni di usi (usi, si badi bene, non individui) di animali GM, il 17,4% è avvenuto su linee con fenotipo sofferente, il restante 82,6% su linee con fenotipo non sofferente.

Sul totale di tutti gli usi, quindi includendo anche gli animali non geneticamente modificati, quelli con fenotipo sofferente sono il 4%, un dato stabile rispetto al 2020.

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