L’intervista con il presidente de La Collina dei Conigli, un’associazione che si occupa di far adottare conigli, topi e altri piccoli roditori provenienti dagli stabulari italiani

Rehoming è un termine che indica in generale la possibilità di reintrodurre gli animali impiegati a fini scientifici in un habitat naturale – e che, per alcuni animali nati e vissuti in adozione, può significare farli adottare da associazioni o privati, presso i quali possano condurre una vita domestica. Si tratta di un termine (e di una possibilità) relativamente recente e che riguarda solo individui rispondenti a determinate caratteristiche; comunque, ai fini della tutela e del benessere animale, è una possibilità di grandissimo valore, non solo perché evita che questi individui vengano soppressi ma perché consente loro di passare il resto della vita in ambienti adeguati e arricchenti.

In Italia, la normativa che regolamenta la cessione degli animali da laboratorio è il Decreto legislativo del 4 marzo 2014, n.26, che recepisce la Direttiva europea 2010/63/EU per la tutela degli animali impiegati a scopi scientifici. L’articolo 19, in particolare, è dedicato alla liberazione e al reinserimento degli animali e prevede che, previo parere favorevole del veterinario e a determinate condizioni (tra cui uno stato di salute che lo consenta, l’assenza di rischi sanitari, la presenza di un programma di reinserimento), gli animali possano essere reinseriti o reintrodotti in un habitat o in un sistema di allevamento adeguati.

Una delle associazioni che si occupano di rehoming è La Collina dei Conigli che – a dispetto del nome – si occupa anche di porcellini d’India, topi e altri piccoli roditori provenienti da laboratori di tutta Italia. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con uno dei fondatori e presidente Stefano Martinelli.

Quando e come è nata l’associazione?

Ufficialmente, la Collina dei Conigli è nata nel 2005. In origine, l’idea era di dare rifugio e poi trovare casa a conigli e porcellini d’India cui i proprietari avevano rinunciato. Tuttavia, quasi immediatamente ci siamo trovati a occuparci di un coniglio proveniente da un laboratorio, che l’aveva ceduto a un privato: ci siamo così trovati a confrontarci con le necessità degli animali provenienti dal mondo della ricerca scientifica e della necessità di occuparsene in modo adeguato. Così abbiamo iniziato ad attrezzarci e informarci, aiutati anche da due veterinari specialisti in pet non convenzionali che collaborano con noi. Ed è iniziato il lavoro che portiamo avanti ancora oggi.

Di quali specie vi occupate?

Nei nostri centri arrivano conigli, topi, porcellini d’India, criceti e ratti: insomma alcune delle specie più impiegate a fini scientifici in Italia.  La nostra struttura è organizzata in modo specifico per ciascuna di queste specie, che hanno esigenze (di spazi, di dieta, di socialità…) diverse tra loro.

Da dove provengono questi animali? E quali sono le loro principali necessità una volta arrivati nella vostra struttura?

Nel corso di tutti questi anni di attività, abbiamo recuperato animali da oltre trenta diversi stabulari di diversi istituti; con circa 15 di essi abbiamo una collaborazione costante.

A seconda della specie e dall’esperienza del singolo individuo, ciascun animale può avere necessità diverse: alcuni, per esempio, possono avere problemi comportamentali, per esempio di aggressività; altri mancano di esperienza con l’essere umano e dobbiamo abituarli pian piano ad abituarsi al rapporto con noi, così che poi possano essere dati in adozione. Altri ancora possono avere problemi di salute, legati per esempio alla vita in gabbia e alla mancanza di attività fisica.

Valutiamo ciascun individuo per poter impostare una riabilitazione idonea, che può andare appunto dall’abituarli a spazi più ampi, al cambio di dieta, fino all’interazione con la nostra specie. Naturalmente, nel corso di tutto il periodo di riabilitazione sono tenuti sotto controllo veterinario. Inoltre, la nostra associazione provvede alla vaccinazione dei conigli e alla sterilizzazione di conigli, ratti e porcellini d’India  maschi.

È possibile adottare un animale anche se in casa ne sono già presenti altri?

Questo è un elemento da valutare caso per caso, per capire se la convivenza è possibile, anche nel caso si tratti di animali della stessa specie, per evitare che si presentino per esempio problemi di aggressività; per questa ragione facciamo anche dei test in zone “neutre” che consentano agli animali di conoscersi. Allo stesso tempo, per alcuni degli animali di cui ci occupiamo la socialità e la possibilità di vivere con un consimile sono fondamentali: per questo, per esempio nel caso dei conigli, tendiamo a cercare di farli adottare in coppie; anche per quanto riguarda i ratti facciamo adozioni a coppie o in gruppi. Al contrario, i topi maschi vengono fatti adottare singolarmente.

In generale, quali sono i principali requisiti per poter adottare uno degli animali che ospitate?

I requisiti sono diversi a seconda della specie. Per quanto riguarda i conigli, chiediamo che siano liberi – anche solo in una stanza, ma comunque non racchiusi in gabbia; anche per i porcellini d’India richiediamo una gabbia aperta, che faccia da rifugio e non da costrizione. Per topi e ratti, invece, la gabbia può essere necessaria alla loro sicurezza per via delle ridotte dimensioni, ma deve essere uno spazio adeguato sia per dimensioni sia in termini di arricchimento ambientale presente. Inoltre, richiediamo alcune vaccinazioni regolari per i conigli e un supporto veterinario adeguato in caso di necessità per tutti.

In linea generale, vogliamo garantire a questi animali il benessere fisico e psicologico: ogni potenziale adottante deve quindi essere consapevole delle loro necessità – anche perché è ancora abbastanza diffusa la visione dei piccoli roditori come animali semplici da gestire, ma questo non significa che non abbiano bisogno di cure e attenzioni particolari.

Non solo adozioni! Research4Life esprime tutto il suo appoggio al lavoro portato avanti da La Collina dei Conigli. Pertanto, segnaliamo che chi volesse supportare il lavoro de La Collina dei Conigli, aiutando a trovare una nuova casa agli animali provenienti dagli stabulari di ricerca, può contribuire in diversi modi:

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