Il 25 luglio, la Commissione europea ha pubblicato la risposta all’iniziativa dei cittadini europei Save Cruelty Free Cosmetics – Commit to a Europe without Animal Testing. Come abbiamo ricordato anche qui, l’iniziativa ha tre obiettivi: rafforzare il bando ai test sugli animali per i prodotti cosmetici; modificare il regolamento UE sulle sostanze chimiche, al fine di evitare siano richiesti ulteriori test sugli animali; stabilire una roadmap che definisca la totale abolizione all’uso di animali a fini scientifici entro il termine dell’attuale legislazione.

L’audizione dell’ECI si è tenuta a fine maggio, e la comunicazione della Commissione europea, giuridicamente non vincolante, offre una panoramica del quadro legislativo e politico dell’UE sulla sperimentazione animale, proponendo una serie di azioni legislative e non legislative per ridurne gradualmente – e potenzialmente eliminarne – l’impiego. Ne riportiamo i punti principali.

Innanzitutto, la Commissione sottolinea il ruolo guida dell’UE nella graduale eliminazione dell’uso animale nei test; fa anche un particolare riferimento al divieto di sperimentazione animale per i cosmetici, in vigore dal 2013 (e, peraltro, proprio di recente introdotto anche in Canada). Ricordiamo che il divieto non si estende ai test di sicurezza richiesti per valutare i rischi delle sostanze chimiche per i lavoratori e l’ambiente: tuttavia, questo aspetto è attualmente oggetto di valutazione presso la Corte di giustizia dell’Unione europea.

Nella sua risposta, inoltre, la Commissione europea delinea una tabella di marcia con una serie di azioni legislative e non legislative per ridurre ulteriormente il ricorso alla sperimentazione animale nell’ambito della legislazione sulle sostanze chimiche fino a eliminarla del tutto. Ricordando, comunque, che «Non è ancora possibile rimpiazzare la sperimentazione animale per la valutazione della sicurezza delle sostanze chimiche per tutti gli endpoint ecotossicologici».

Il terzo punto dell’ECI, riguardante l’abolizione della sperimentazione animale anche a scopo di ricerca, è quello che ha sollevato maggiori preoccupazioni in ambito scientifico – e quello che, come Research4Life, più ci sta a cuore. Il divieto d’impiegare animali in campi quali la ricerca, infatti, avrebbe ripercussioni molto gravi non solo sulla ricerca stessa ma anche e soprattutto sulle molte persone che potrebbero beneficiare dei risultati, i fra tutti i pazienti in attesa di una cura.

Per questa ragione, accogliamo con grande piacere la risposta della Commissione europea, che afferma: «Sono stati fatti notevoli progressi nello sviluppo di metodi alternativi, ma i modelli animali rimangono al momento inevitabili per comprendere alcuni processi biologici o fisiologici più complessi coinvolti nella salute, nella malattia e nella biodiversità». La Commissione continuerà a sostenere lo sviluppo di approcci alternativi con finanziamenti adeguati. Inoltre, propone di avviare una serie di azioni per accelerare la riduzione della sperimentazione animale nella ricerca, nell’istruzione e nella formazione; tra queste, la possibilità di coordinare le attività degli Stati membri e delle autorità nazionali in questo campo, workshop e sostegno a nuove iniziative di formazione per gli scienziati all’inizio della propria carriera.

Il testo integrale della Comunicazione della Commissione europea è disponibile qui

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