Il paese delle “meraviglie” vegano, no vax e senza sperimentazione animale

Nella scomposta replica della LAV all’articolo pubblicato da Research4Life.it a firma di Roberto Caminiti si trovano alcune “perle” che non possono che suscitare la rabbia del “Ricercatoro”.

Partiamo dall’inizio. La LAV, come indica la sua “ragione sociale”, si ostina a parlare di “vivisezione”, nonostante questa sia una pratica vietata dalla legge e che sia già intervenuta una sentenza (la n.14694 del 2016) della Corte di Cassazione che definisce l’uso di questa parola “diffamatorio”, per cui chi usa il termine in modo scorretto commette reato.

E’ quindi singolare che un “gruppo di pressione” che ricorre a termini proibiti si arroghi poi il diritto di definire “profondamente scorretto” il pensiero espresso dal prof. Caminiti, il quale peraltro non ha bisogno di avvocati difensori sapendo difendersi bene da solo, come ha dimostrato nella risposta (insieme a Guido Silvestri) alla Lega animalista.

La quale, nel suo scritto, contesta l’affermazione di Caminiti secondo la quale “la ricerca viene ostacolata”.

Ma come? In quale “wonderland” vivono questi signori? O forse dovremmo chiamarlo “wonderLav”, il paese delle meraviglie della Lav?

Ci sono innumerevoli casi di attività di ricerca osteggiata, rallentata, vietata in Italia grazie alle attività di “animalisti”. Vogliamo parlare delle ricerca “LightUp” da parte dell’Univesità di Torino, con il responsabile della stessa addirittura minacciato di morte? O ancora del lavoro di Luciano Fadiga all’Università di Ferrarra, oggetto di scritte minacciose sui muri? Di quello di Luca Bonini all’Università di Parma, bersagliato da manifestazioni antagoniste da mesi? O piuttosto vogliamo ricordare le recenti barricate nelle piazze italiane contro la possibilità di fare ricerca con gli animali su sostanze d’abuso e xenotrapianti? Le stesse barricate che, anni fa, portarono ad una legge che contravviene al dettato europeo in materia di sperimentazione animale

Ma la frase in assoluto più singolare è: “Innanzitutto, il dato acclarato dai virologi più illustri è che se si fossero ascoltati gli animalisti nel non mangiare gli animali… il Coronavirus non esisterebbe proprio come pericolo per gli umani, dato che non sarebbe stato possibile il “salto di specie”.

Ora, non solo io li sfido a trovarmi un virologo che possa aver detto o scritto una cosa del genere, ma osservo che ora gli adepti Lav non sono più soltanto contro la sperimentazione animale ma sono diventati anche ferventi vegani, fino a predicare che il mangiare animali sarebbe un pericolo per gli umani….

Nella frase successiva, poi, assistiamo ad un clamoroso ribaltamento della realtà.

In Italia i ricercatori sono malpagati, vessati, afflitti dalla burocrazia, precarizzati e anche – spesso – minacciati dagli animalisti. Per questi motivi, a migliaia, lasciano il nostro Paese per altri paesi Europei o addirittura gli Stati Uniti (vogliamo ricordare il caso di Ilaria Capua?) o la Cina. Eppure, la Lav si espone al ridicolo scrivendo che i modelli “alternativi” – che in realtà sono complementari alla sperimentazione animale – sono “l’unico modo per evitare di essere sempre il fanalino di coda dell’Europa e tornare a essere competitivi ed evitare che i giovani ricercatori ignorino le tecniche più innovative e vadano a lavorare all’estero”.

La “perla” finale – che ci rifiutiamo persino di citare per quanto è diffamatoria ed offensiva – iscrive la LAV anche nelle tristi fila dei “no vax”, proprio nelle settimane in cui si sta alacremente lavorando in tutto il mondo alla ricerca di un vaccino per combattere il “coronavirus”. Forse è perché oramai tutti sanno che qualunque vaccino, nessuno escluso, prima di essere utilizzato sull’uomo deve essere sperimentato nell’animale?

Insomma, capisco le esigenze della Lega Anti Vivisezione di fare marketing ed allargare i proseliti andando a “pescare” in ambiti non suoi. E capisco anche che li cerchi in terreni contigui come quelli di un generico “animalismo” e “naturalismo”, ma stravolgere la realtà no, e dare lezioni di correttezza ancora meno. E’ profondamente vero quanto ha scritto il professor Caminiti sulla “doppia verità” di cui sono intrise le critiche che vengono portate avanti contro la sperimentazione animale, a scapito di cittadini spesso inconsapevoli delle conseguenze di certe posizioni.

Questa lotta tra conoscenza e pregiudizio è insensata per la salute pubblica e per tutti i benefici di cui godono gli uomini e tutti gli animali che vivono con noi.

Trovo un po’ immorale spacciare bugie ad un pubblico che ha spesso soltanto il desiderio di vivere in pace, in armonia con la natura, di essere amato e di amare gli animali, di pensare che la vita possa essere migliore di quella che vede nei Tg.

Ma a cui nessuno spiega che quello stesso desiderio è anche della stragrande maggioranza dei ricercatori, che proprio per amore della vita e dei propri simili hanno scelto di studiare il modo di combattere le malattie e far progredire la scienza. Lavorano, soffrono, gioiscono e piangono in un mondo in cui, purtroppo, il sacrificio di qualche animale è la sola via che consente loro di combattere malattie cerebrali, tumori, Ebola e, oggi, Covid 19.

Il Ricercatoro

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